Anche la Fondazione PAULUS aderisce al Patto educativo per la città metropolitana di Napoli.
Anche la Fondazione PAULUS, facendo seguito all’appello del suo fondatore Mons. Gennaro Pascarella, Vescovo di Pozzuoli e di Ischia, aderisce all’appello dell’arcivescovo metropolita di Napoli don Mimmo Battaglia per la creazione di un Tavolo condiviso volto a “dare vita ad un percorso comune che vada oltre la denuncia e diventi proposta concreta per rigenerare le ferite del presente in speranza di futuro”.
La Fondazione nata nel 2010 per aiutare le famiglie a prevenire il rischio usura, aderisce al PATTO FORMATIVO, proposto dell’arcivescovo di Napoli Mons. Domenico Battaglia, perché ne condivide lo spirito e gli obiettivi, sperando di poter offrire un utile contributo allo scopo di unire le nostre forze e poter “divenire protagonisti di una nuova stagione di riscatto, curando le ferite della nostra città e alimentando semi di bene”.
Con questa motivazione il Consiglio di Amministrazione della Fondazione antiusura di Pozzuoli ha comunicato l’adesione all’appello alla “corresponsabilità” rivolto da Mons. Battaglia ai cittadini, alle associazioni, alle Istituzioni locali e regionali e al Governo Centrale.
Un patto educativo che, come indica don Mimmo Battaglia, coinvolga l’intera città metropolitana, che vada oltre la denuncia e diventi proposta concreta per rigenerare le ferite del presente in speranza di futuro un segno e che rimetta al centro la bellezza dell’educare, creando un sistema di comunità generativo di vita e di speranza, alternativo alle logiche di morte e disperazione del sistema mafioso.
Questo ambizioso e bellissimo sogno verso cui il Vescovo Battaglia chiama tutti noi rappresenta una strada chiara, forte, impegnativa ma necessaria per assicurare, come dice Mons. Pascarella, “risposte concrete ai bambini, ai ragazzi, ai giovani della nostra terra”.
La Fondazione PAULUS sarà in campo per scrivere anch’essa una pagina di quel “quaderno ad anelli” che don Mimmo Battaglia ha immaginato come luogo dove “dare vita ad un alfabeto comune dell’educare”.